Nasce la prima allenaza tra compagnie aeree low cost. Value Alliance, che comprende i vettori Cebu Pacific, Jeju Air, Nok Air, NokScoot, Scoot, Tigerair Singapore, Tigerair Australia and Vanilla Air, è stata inaugurata poche settimane fa. Compagnie più o meno sconosciute al mercato italiano e europeo in generale, ma che occupano posizioni di assoluto rilievo nel continente asiatico.
La notizia ha eccitato buona parte del settore in tutta l’Asia, nel frattempo negli Usa guardano con interesse alla novità. E l’Europa? La notizia è passata…poco e male. Probabilmente il vecchio continente sta lì a guardare con un misto di sconcerto e stupore.
L’industria turistica di Asia e Pacifico è la più grande del mondo e Value Alliance si candida a diventare un gigante del trasporto aereo. L’alleanza servirà più di 47 milioni di viaggiatori su 160 destinazioni dall’Arabia Saudita fino all’Australia, passando per India, Cina, Thailandia, Filippine,Corea e Giappone.
Value Alliance fornirà gli stessi servizi delle più famose Oneworld, Skyteam e Star Alliance ma il suo vantaggio strategico è la possibilità di servire aeroporti delle città secondarie e di nuove destinazioni turistiche. Proprio Star Alliance sta sperimentando in questi mesi il Connecting Partner Model. Un sistema che punta a integrare i servizi della low cost africana Mango con quelli dei grandi vettori dell’alleanza. In Europa, invece, appare ancora lontano un modello che metta in comune rotte e servizi delle maggiori low cost continentali. Sono piuttosto le grandi linee aeree, vedi Lufthansa con Eurowings, che spostano quote di mercato sulle “controllate” per rosicchiare traffico alle varie Ryanair, Vueling, easyJet, etc..
L’interrogativo resta irrisolto: il trasporto aereo e la sua evoluzione segue delle dinamiche globali? Oppure vettori e alleanze producono modelli differenziati per ogni regione e continente di riferimento?
Giornalista de L'Agenzia di Viaggi
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